Ero matta in mezzo ai matti.
I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti.
Sono nate lì le mie più belle amicizie.
I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo.
I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.
Alda Merini
Non ho resistito , dovevo assolutamente iniziare con questi versi la presentazione di ” La commedia dei pazzi ” di Marco Pennella poiché durante la lettura di questo romanzo non ho fatto altro che chiedermi : ma chi può essere definito pazzo ?
Il concetto di “normalità” è così labile e Marco Pennella lo accentua così efficacemente nella sua storia da insinuare continuamente incertezza nel lettore . Chi è Dante Corazzesi ? Il protagonista viene condotto in un Manicomio da un misterioso Caronte … e questi nomi, non scelti a caso, vi introdurranno in un vero inferno , un inferno legalizzato dallo stato . Nella narrazioni infatti i manicomi non sono stati aboliti , ma al contrario dilagano su tutto il territorio italiano come strutture di detenzione e punizione . Ma chi vi viene condotto ? Tutti ! Tutti possono essere potenziali pazzi , del resto come scagionarsi da tale accusa ?
Lo stesso protagonista ignora l’accusa che gli viene rivolta e cosa più inquietante gli stessi accusatori non ne sono a conoscenza , il fascicolo è infatti andato perduto durante una rivolta . Può in una tale situazione divenir pazzo chi pazzo non è ? I padiglioni che ospitano i vari “malati” appaiono dei veri e propri gironi e potremmo associare quello che ospiterà Dante a quello dei lussuriosi .
Il secondo aspetto fondamentale e molto attuale del libro è la paura , paura indotta : terrorismo psicologico
“Vendono terrore, dall’altra parte dello schermo scatta la paranoia, la paura, e così la caccia a noi “pazzi” non avrà mai fine. Il terrorismo mediatico ha sempre funzionato
Da La commedia dei pazzi .
Il libro denuncia questa fobia del diverso che oggi genera odio e xenofobia , ma dopotutto non siamo tutti dei diversi ? Forse è questo l’aspetto più prezioso del romanzo , attualizzare l’opera dell’Alighieri ai nostri giorni denunciando questa macchina dell’odio che potrebbe degenerare fino ad inghiottire le nostre vite , privandoci della libertà più preziosa : decidere della nostra vita e valutare con la nostra mente , libera dalla paura.
Avvertenze :
Romanzo che apre la mente , usare con cautela 😉
Controindicazioni :
Durante la lettura non ho potuto fare a meno di pensare alle povere anime che un tempo vagavano nei manicomi , abbandonati e dimenticati … tra loro voglio ricordare Alda Merini che venne internata per un mese nel 1947 nella clinica Villa Turro a Milano .
Lo consiglio ? Assolutamente SI Ottimo spunto per molteplici riflessioni
Monika M .